Giampaolo l’integralista, ma le colpe sono condivisibili


— Marco Giampaolo, allenatore del Toro, e il Presidente Coiro.

Tre partite, una gara da recuperare, zero punti in classifica. Da soli immortalati squallidamente all’ultimo posto in fondo a tutti, il Toro si lecca le ferite di un inizio di campionato preoccupante. Proprio così, una partenza che segnala il cantiere di lavorazione in cui la squadra di Giampaolo è piombata nella speranza di trovare presto la formula giusta per un campionato quanto meno dignitoso. Ma questa squadra così come è stata costruita nel mercato appena concluso, non dà garanzie a livello di tasso tecnico. Il Toro è una squadra che smentisce il gioco del calcio inteso come globalità di azioni concepite attraverso i suoi vari ruoli. C’è un giocatore solo per tutti e contro tutti. Sì, perché da troppi anni ormai il gallo Belotti si danna contro gli avversari. Pressa, difende, aiuta il centrocampo, riparte in contropiede, prende un’infinità di botte, si rialza e in area fa gol di testa, di piede e pure attraverso splendide rovesciate. E poi? Che può fare ancor di più se il calcio è un gioco di squadra? Dopo le inesistenti prestazioni di Zaza c’è stato l’acquisto di Bonazzoli ma, evidentemente, il ragazzo ha bisogno di capire dal mister (che lo conosce e l’ha voluto al Toro) cosa deve fare in campo. I problemi del Toro si acuiscono sempre e si focalizzano nell’insufficiente mercato del presidente Cairo che da un lato ha buttato via dei soldi per Verdi e dall’altro risparmia a dismisura portando in granata giocatori di mediocre levatura tecnica. Marco Giampaolo che è un integralista del suo credo calcistico, di certo non agevola la situazione nel non cercare un modulo adatto alle caratteristiche tecniche dei suoi giocatori. Tuttavia, è nella naturalità delle cose che gli si debba dare tempo (non sappiamo quanto in una piazza insofferente) per capire bene come sistemare i suoi giocatori in campo. Ma così non va, così come abbiamo visto il Toro contro il Cagliari ci sembra che la squadra di Giampaolo debba scrollarsi di dosso paure e insicurezze che offuscano l’autostima perduta già l’anno scorso. Marco Giampaolo si appella a una preparazione precaria dovuta ai problemi di covid che sta mettendo a dura prova tanti allenatori. Tuttavia, noi riteniamo che il mister granata (anche se non lo dice apertamente) lamenti il ritardo con cui sono arrivati i pochi acquisti del Toro e la conseguente difficoltà di assemblare un gioco costruito da giocatori scelti come base nell’ambito della squadra. La situazione non è bella, ma parlare di crisi sul nascere del campionato non ci sembra il modo migliore per dare un minimo senso di speranza in una squadra che tutto sommato anche contro il Cagliari, nel secondo tempo ha mostrato reattività nel non abbandonarsi all’errore fortuito di Sirigu e alla travolgente rovesciata del solito Belotti, che se avesse fatto gol avrebbe sancito il risultato di 3 a 3. Certo, sarebbe stato un gol da cineteca, tuttavia ci piace sempre per nostra natura di cronisti, evidenziare il preoccupante non gioco di squadra che resta il neo di questo inizio di campionato del Toro. Aspettiamo a valutare il lavoro di questo nuovo allenatore granata che, non dimentichiamolo, fa quello che può con un organico assolutamente insufficiente.

Salvino Cavallaro

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